BCE: i segnali contano. Il Consiglio rimane in attesa di valutare i dati macro prima di definire le condizioni d’asta delle TLTRO III. La novità è che il Consiglio ha formalmente recepito le indicazioni di Draghi dello scorso 26 marzo…..
a cura dell’ Ufficio Studi Banca Intesa SanPaolo
ovvero che potrebbero essere valutate misure per mitigare l’effetto dei tassi negativi sulla redditività delle banche. Indirettamente, la BCE ha segnalato che i tassi potrebbero restare in negativo anche più a lungo di quanto indicato nella guidance ; i mercati ne hanno preso atto.
La conferenza di aprile non è stata operativa, senza novità sulle misure non convenzionali ma ancora una volta Draghi è riuscito a far leva sulla comunicazione.
Come atteso, i dettagli operativi delle TLTRO III verranno annunciati molto probabilmente a giugno quando la BCE avrà una valutazione aggiornata dello scenario.
Come atteso, la BCE ha indicato che il prezzo sarà determinato tenendo conto di due importanti elementi: 1) come evolve la trasmissione dell’impulso di politica monetaria e 2) ulteriori sviluppi del ciclo.
Il secondo passaggio di rilievo del comunicato è che il Consiglio ha formalmente recepito quanto ventilato da Draghi alla ECB watchers conference , ovvero che potrebbe valutare misure per mitigare l’eventuale impatto di tassi negativi sulla redditività delle banche.
Nell’affermare che il Consiglio potrebbe intervenire per contenere gli effetti di tassi negativi sottintende o può sottintendere che i tassi sui livelli attuali ancora a lungo e forse oltre il termine indicato nella guidance .
Draghi ha spiegato che per il momento il Consiglio non ha discusso nemmeno se le misure sono necessarie, e aspetta i risultati dell’analisi.
Draghi ha sottolineato che in termini aggregati l’impatto dei tassi negativi sulla redditività delle banche del calo dei margini di interesse è contenuto (per maggiori dettagli si veda il Focus del 08/04/2019).
Tuttavia, il Presidente della BCE ha spiegato che la reazione dei mercati dopo la ECB watchers conference va valutata come corretta.
Ricordiamo che i mercati, dopo il 26 marzo, hanno spostato ulteriormente in avanti il primo rialzo dei tassi, e finanche iniziato a prezzare una probabilità di taglio.
Un meccanismo di tiering è piuttosto complesso e in termini aggregati il costo di detenere riserve a -0,40% è risibile, pari appena all’1,0% del reddito operativo.
Tuttavia le implicazioni cambiano se si guarda alla situazione delle singole banche, come sottolineato da Draghi. I toni accomodanti sono giustificati dai dati deboli delle ultime settimane.
La BCE ha difatti confermato che i rischi per la crescita restano verso il basso e derivano in larga misura dallo scenario internazionale.
Nonostante siano rientrati alcuni dei fattori idiosincratici che hanno pesato sul ciclo a fine 2018, la domanda estera resta debole ed è probabile che la crescita del PIL resti fiacca anche nella restante parte dell’anno.
Inoltre, secondo Draghi l’inflazione, che si conferma più debole delle attese, toccherà un minimo a settembre.
Tuttavia, Draghi ha sottolineato che nel complesso la probabilità stimata di recessione rimane bassa.
Draghi ha ripetuto a più riprese che il Consiglio è pronto a reagire a sviluppi avversi con tutti gli strumenti disponibili (tra questi plausibilmente anche acquisti di asset, sebbene non siano stati discussi).
I mercati valutario e obbligazionario hanno ampiamente recepito il messaggio di apertura.
Fonte: BondWorld.it