Il Punto : Fed Powell spalanca alla svolta dei tassi

Il Punto : Powell, nelle audizioni in Congresso, ha convalidato le aspettative per un taglio dei tassi a luglio, sostanzialmente scollegandole dall’evoluzione di dati ed eventi delle prossime settimane,……

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a cura dell’ Ufficio Studi Banca Intesa SanPaolo


Sia nel testo delle audizioni, sia durante le sessioni di domande e risposte, il Presidente della Fed ha detto che l’andamento dell’economia è stato “ragionevolmente” positivo, ma l’inflazione continua a essere al di sotto dell’obiettivo simmetrico del 2% e “correnti contrarie” come le tensioni commerciali e le preoccupazioni sulla crescita globale continuano a pesare sull’attività economica e sullo scenario.

Secondo Powell, l’employment report di giugno molto forte e la riapertura delle trattative USA-Cina, se pure fattori positivi, non rimuovono l’incertezza che grava sullo scenario.

In sostanza, il Presidente indica che una svolta sui tassi a questo punto non è dipendente dalle nuove informazioni in arrivo, ma è ormai scontata.

– Nel dettaglio, Powell ha fatto la cronistoria dello spostamento da inizio anno a oggi delle opinioni del FOMC che, a fronte dell’evoluzione di dati ed eventi, ha portato all’attuale apertura per maggiore stimolo monetario.

Nonostante la crescita solida dell’occupazione e i buoni fondamentali dei consumi, secondo Powell gli investimenti, sia residenziali sia non residenziali, appaiono frenati dalle tensioni commerciali e dalla domanda estera debole.

Il Punto – A questi fattori negativi, si aggiungono questioni di policy ancora irrisolte, fra cui la politica commerciale, il limite del debito e Brexit. Powell rileva che la Fed ha monitorato questi rischi da inizio anno.

Mentre a maggio sembrava che alcune “correnti contrarie” si stessero moderando, da allora “queste correnti contrarie sono riemerse, creando maggiore incertezza” e a giugno “molti partecipanti” al FOMC ritenevano che il caso per una politica monetaria in qualche modo più accomodante si fosse rafforzato.

Powell conclude che “da allora” le incertezze e le preoccupazioni continuano a pesare sullo scenario economico americano, mentre le pressioni sull’inflazione restano limitate.

Anzi, sull’inflazione Powell ha fatto una decisa inversione a U rispetto alle valutazioni di un paio di mesi fa, quando il FOMC aveva sostenuto con convinzione che l’indebolimento dell’inflazione era probabilmente un fenomeno transitorio.

Powell ha detto che i rischi che la debolezza dell’inflazione sia “anche più persistente” hanno “rafforzato il caso per una politica monetaria un po’ più accomodante”.

Inoltre, Powell ha affermato che la politica monetaria è stata meno accomodante rispetto a quanto atteso in precedenza, dato che il tasso neutrale sembra risultare più basso di quanto stimato (la stima del tasso neutrale del FOMC è stata abbassata a giugno a 2,5% da 2,8%) e che il Comitato è pronto a usare i propri strumenti per mantenere in vita la ripresa.

– In sostanza, il messaggio di Powell è che i miglioramenti di dati e tensioni commerciali delle ultime settimane non hanno modificato il bilancio dei rischi: un taglio dei tassi a luglio è stato già probabilmente deciso durante la riunione di giugno e a questo punto è indipendente dall’evoluzione di dati ed eventi.

I dubbi per le previsioni della politica monetaria riguardano solo il numero e la tempistica degli interventi successivi a quello ormai praticamente certo previsto per fine luglio.

– I verbali della riunione del FOMC di giugno, basati su un set informativo più limitato e, a nostro avviso, meno positivo, hanno confermato l’apertura per maggiore stimolo, con molti partecipanti preoccupati per l’aumento di probabilità di scenari alternativi “molto meno favorevoli” di quello centrale.

”Molti” partecipanti ritenevano che avrebbe potuto essere necessario maggiore stimolo “nel breve termine”, nel caso in cui le incertezze relative a politica commerciale e domanda globale avessero continuato a “pesare sullo scenario”. Il collegamento fra questa condizione e le parole di Powell è chiara: se la valutazione qualitativa è che le incertezze “continuino a pesare”, i tassi verranno tagliati.

– I verbali riportano che una riduzione dei tassi per alcuni sarebbe una mossa di assicurazione, per alcuni altri un freno alla debolezza dell’inflazione.

Il Punto – Per alcuni lo spostamento in direzione espansiva delle condizioni finanziarie ha già dato sostegno allo scenario ed è stata basata sull’aspettativa di interventi sui tassi ufficiali.

Dai verbali comunque emerge una distribuzione non del tutto omogenea delle opinioni, con due partecipanti favorevoli a un taglio già a giugno, molti aperti a un aumento dello stimolo in tempi brevi per ridurre gli effetti di “possibili futuri shock avversi” e “diversi” altri favorevoli invece ad aspettare maggiore informazione prima di aggiungere stimolo monetario.

L’audizione di Powell risolve l’incertezza sulla svolta dei tassi per luglio, che ormai è un dato di fatto.

– Dopo le audizioni di Powell, e dopo la pubblicazione del CPI più forte delle attese (CPI core: +0,3% m/m), la probabilità di un taglio di 50pb a luglio è ora a 17,5%, e quella di un intervento di 25pb a 82,5%.

Complessivamente, il mercato sconta tre tagli fra luglio e dicembre. Anche se la Fed non ha osato sfidare le aspettative di mercato per un taglio a luglio, riteniamo che l’asticella per un taglio di 50pb già questo mese sia troppo alta per le condizioni vigenti e che un eventuale secondo taglio potrebbe avvenire a settembre.

Il Punto – Accomodare le aspettative per luglio è un conto, (forse anche sulla scia delle pressioni politiche?) seguirle con un taglio aggressivo è un altro.

Altri partecipanti al FOMC (Williams, Brainard Quarles, Kashkari) si sono allineati esplicitamente alla posizione di Powell. Bullard (St Louis Fed) ha ribadito di essere favorevole a un taglio di 25pb a luglio, non a uno di 50pb. Altri si sono mostrati più attendisti (Barkin, Bostic, George).

– A meno di un netto peggioramento congiunturale e/o dell’esplosione di una guerra mondiale dei dazi, riteniamo che il consenso nel FOMC debba ancora coagularsi prima di intraprendere un vero e proprio ciclo espansivo.

Alla luce delle nuove indicazioni della Fed, che non condizionano l’introduzione di nuovo stimolo solo alla persistenza delle incertezze, prevediamo un taglio a luglio e uno a settembre.

Fonte: BondWorld.it


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