Intesa Sanpaolo: Area euro vendite al dettaglio dovrebbero mostrare un balzo

Intesa Sanpaolo – Area euro. Le vendite al dettaglio dovrebbero mostrare un balzo a febbraio, +1,7% m/m, recuperando parzialmente il -5,9% m/m di gennaio.

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A marzo, le vendite dovrebbero essere cresciute solo marginalmente, risentendo delle misure di contenimento in vigore in diversi Paesi dell’area.

I market mover della settimana

Nell’area euro, i dati sulla produzione industriale di febbraio dovrebbero evidenziare un lieve aumento dell’attività su base congiunturale per l’Italia e una contrazione nell’intera Eurozona; l’output è atteso in crescita a marzo, come indicato dalle indagini congiunturali del mese. Sempre a febbraio, le vendite al dettaglio nell’Eurozona dovrebbero mostrare un parziale recupero dopo il calo di gennaio. In calendario c’è anche l’indice ZEW tedesco, primo indicatore di fiducia relativo al mese di aprile, che dovrebbe segnare un nuovo miglioramento delle aspettative dopo quelli registrati negli ultimi quattro mesi. Di rilievo sarà anche l’approvazione del Documento di Economia e Finanza per l’Italia. Infine, la seconda stima sui prezzi al consumo di marzo confermerà il trend al rialzo dell’inflazione nell’Eurozona, in Germania e Francia, e, viceversa, un rallentamento dell’indice armonizzato in Italia.

La settimana ha molti dati di rilievo in uscita negli Stati Uniti. Le prime indagini di aprile dovrebbero essere positive, sia per l’attività nel manifatturiero (Empire, Philadelphia Fed) sia per la fiducia dei consumatori (Univ. of Michigan). Fra i dati di marzo, l’inflazione dovrebbe accelerare, con il CPI in aumento di 2,5% a/a, con un primo assaggio dell’effetto confronto con il 2020. Le vendite al dettaglio, la produzione industriale e i cantieri residenziali dovrebbero aumentare a ritmi solidi, più che recuperando il terreno perso a febbraio.

I dati e gli eventi di venerdì

Francia. La produzione industriale è crollata di -4,7% m/m a febbraio, dopo il +3,2% m/m di gennaio (rivisto al ribasso di un decimo). Il comparto manifatturiero ha registrato un calo quasi uguale a quello segnato dall’industria nel suo complesso (-4,6% m/m). Rispetto ad un anno fa la produzione risulta inferiore di -6,6%. La flessione più marcata si è avuta per i mezzi di trasporto (-11,4% m/m dopo il -3,0% m/m precedente), per i macchinari e le attrezzature (-5,3% m/m da +8,8% m/m precedente) e per la voce “altre industrie manifatturiere” (-4,0% m/m da +3,9% m/m); a febbraio è diminuita anche la produzione di alimenti e bevande (-2,0% da +1,6% precedente).

Passano in territorio negativo anche la produzione energetica (-5,9% da +2,8%) e le costruzioni (-6,0% m/m da +13,2% m/m). Viceversa, il settore della raffinazione e della produzione di carbone ha registrato una variazione positiva (+11,5% da +6,8%). Ci aspettiamo una crescita, seppur leggera, dell’attività a marzo, come indicato dalle indagini congiunturali del mese.

Italia. Le vendite al dettaglio sono tornate a salire a febbraio, di +6,6% m/m, dopo il -2,7% m/m di gennaio: il balzo è dovuto ai non-alimentari (+14,8% m/m). La variazione mensile risente dell’evoluzione del grado di restrizione sulle attività commerciali, che ha visto un significativo allentamento a febbraio. Su base annua, le vendite sono rimaste in territorio negativo, a -5,7% da -6,7% precedente. Sempre sull’anno, gli unici comparti in crescita si confermano le dotazioni per informatica, telecomunicazioni e telefonia (+12%) e gli elettrodomestici (+8,9%), mentre particolarmente colpiti (con cali tra -11% e -12,7%) sono calzature, farmaceutici, profumeria e abbigliamento.

Le uniche forme distributive a salvarsi dalla flessione tendenziale sono gli esercizi non specializzati a prevalenza non-alimentare (+3,4%) e il commercio elettronico (+35,8%). In prospettiva, l’inasprimento delle normative anti-COVID visto tra marzo e aprile dovrebbe causare una nuova contrazione delle vendite al dettaglio, attese mostrare nel 1° trimestre 2021 una flessione di entità solo lievemente inferiore a quella vista a fine 2020 (-1,6% t/t). Nonostante il possibile rimbalzo dei consumi di beni durevoli, sulla scia della ripresa delle vendite di auto, i consumi delle famiglie di contabilità nazionale appaiono destinati a contrarsi nuovamente a inizio 2021, trainati al ribasso da non durevoli e servizi. La prospettiva è quella di una ripresa nel trimestre in corso, che però è legata indissolubilmente a una sensibile riduzione delle “zone rosse” nelle prossime settimane.

Italia. Da oggi, sei regioni (tra cui Lombardia, Toscana e Piemonte) passano da fascia rossa ad arancione; solo 4 regioni (Campania, Puglia, Sardegna, Valle d’Aosta) sono considerate “area rossa” (circa il 19% della popolazione e l’11% del PIL nazionale). Il grado di restrizione scende così ai minimi da oltre un mese.

La prospettiva è quella di un ulteriore allentamento nelle prossime settimane: secondo fondi di stampa, il Governo starebbe valutando parziali riaperture anticipate al 20 aprile, mentre in un’intervista su La Stampa il Ministro del Turismo Garavaglia indica il 2 giugno come possibile data per una riapertura totale.

BCE. Dopo Lane, anche Isabel Schnabel, intervistata da Der Spiegel, e Fabio Panetta, intervistato da El País, hanno sostenuto che il rialzo dell’inflazione che stiamo osservando nell’eurozona è legato a fattori una tantum. Secondo Panetta, invece, negli Stati Uniti si sta osservando un ritorno verso livelli più sani grazie allo sforzo congiunto di politica fiscale e monetaria. Anche Schnabel ha ribadito l’importanza di una “risposta fiscale energica” alla crisi pandemica, utilizzando il debito creato per “investire nella crescita”. Tuttavia, ha anche indicato nella vaccinazione di massa il principale strumento per ottenere una ripresa economica nel breve termine.

Riguardo al ricorso di AfD alla corte costituzionale contro la ratifica della RRF, Schnabel ha affermato che “sarebbe un disastro economico per l’Europa se l’erogazione dei fondi fosse ritardata indefinitamente”, e che se ciò avvenisse “l’Europa dovrebbe pensare ad alternative, ma richiederebbe tempo”. Pure Panetta ha sottolineato l’importanza di NGEU, ma rimarcando la necessità che sia “accompagnato dalle necessarie riforme in ogni paese” e che le risorse siano investite in “settori orientati alla crescita”.

Area euro. La propensione al risparmio delle famiglie è rimbalzata dal 17,3% al 19,8% nel 2020T4. L’aumento è legato a un calo della spesa per consumi (-3,7%) superiore a quello del reddito disponibile (-0,8% t/t).

Eurostat ha rilevato un aumento della quota dei profitti delle imprese sul valore aggiunto dal 39,1 al 40,4%, il valore più alto da inizio 2018.

Germania. Il governo federale si sta muovendo per superare l’obbligo di concertazione con le regioni in materia di restrizioni connesse alla pandemia. La proposta di legge prevede la possibilità di imporre restrizioni automatiche al superamento di determinate soglie di incidenza dei nuovi casi. L’iniziativa legislativa riflette la difficoltà che il governo Merkel sta incontrando nell’abbattere i contagi.

A livello nazionale, il tasso settimanale di incidenza si colloca attualmente a 129 casi ogni 100mila abitanti, con 2 regioni sotto quota 100 e una (Thüringen) sopra 200. Il tasso di riproduzione Rt a 7 giorni stimato da RKI è a 1,08 (0,96-1,21), e segnala che le misure in vigore sono insufficienti.

Stati Uniti. Powell, in un’intervista televisiva, ha detto che l’economia USA è a un “punto di flesso” mentre sta iniziando una fase di netta accelerazione della crescita e della dinamica occupazionale. A suo avviso, il mercato del lavoro potrebbe creare circa 1 mln di posti di lavoro al mese per “una serie di mesi”. La settimana scorsa Powell aveva affermato che l’employment report di marzo dava “un assaggio di cosa sia un progresso più rapido”: una serie di variazioni mensili di occupati intorno a 1 mln potrebbe essere la condizione per una futura discussione sul tapering. Powell ha ribadito che la svolta sui tassi non avverrà fino a quando la ripresa dell’economia non sarà completa, e “ci vorrà del tempo per arrivarci”, sottolineando anche che i rischi collegati a COVID restano elevati.

Clarida (vice-presidente Fed) ha detto che la ripresa sarà “volatile” nei prossimi mesi. Con la riapertura delle attività e la diffusione dei vaccini, è possibile che ci sia uno squilibrio fra domanda e offerta in alcuni settori. Secondo Clarida, la svolta sui tassi richiederà un periodo di almeno un anno con l’inflazione intorno al 2%. Clarida ha ribadito che la Fed ha molti modi per comunicare in anticipo l’arrivo di una svolta e ha sottolineato che la banca centrale ha gli strumenti per controllare l’inflazione in caso di superamento dell’obiettivo. Il vice-presidente della Fed ha anche detto che il programma di acquisti si adatterà ai piani di emissione del Tesoro e potrebbe subire modifiche, che vanno però considerate esclusivamente come variazioni di natura tecnica e non come azioni mirate a influire sulle condizioni di mercato.

Fonte: BondWorld.it


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