UBP: i policymaker continueranno a fornire il supporto necessario per la ripresa nel 2021

UBP La natura senza precedenti della pandemia ha aperto la strada a misure di stimolo aggressive e, a volte, poco ortodosse; tuttavia, queste ultime si sono rivelate cruciali per assicurare il buon funzionamento del mercato e fornire condizioni finanziarie accomodanti al culmine della crisi.

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A cura di Philippe Gräub, Head of the Global & Absolute Return Fixed Income team e Bernard McGrath, Senior Investment Specialist, di Union Bancaire Privée (UBP)


Una delle azioni più significative è stata della FED che ha acquistato per la prima volta obbligazioni corporate andando ben oltre a quanto fatto durante la crisi finanziaria globale. Abbiamo visto questo annuncio non solo come un paletto per gli spread del credito, ma anche come un sollievo per gli investitori, considerato che il supporto della Fed dovrebbe entrare in gioco in caso di un ampliamento significativo e sostenuto.

Ci aspettiamo che la campagna vaccinale consentirà alle economie di normalizzarsi gradualmente e di riaprire nel corso dell’anno, il che ci lascia ottimisti sulle prospettive di crescita per il 2021. La nostra posizione è supportata dalla convinzione che i policymaker continueranno a fornire il supporto necessario a questa ripresa, piuttosto che opporsi. Pertanto, anche se gli operatori di mercato stanno prezzando un inasprimento della politica monetaria, le Banche Centrali stanno continuando a fare pressioni in tal senso, e ciò dovrebbe mantenere ancorati i tassi sul tratto anteriore della curva, mentre i tassi a lungo termine potranno continuare a salire in base alle aspettative di crescita riviste. In particolare, pensiamo che quando le Banche Centrali saranno finalmente pronte a irrigidire le politiche monetarie, ciò sarà stato ampiamente prezzato e quindi i mercati del rischio reagiranno bene, a differenza di quanto accadde durante il “Taper Tantrum” del 2013, quando i mercati furono colti di sorpresa.

Una delle ragioni principali per cui le Banche Centrali non hanno inasprito le proprie politiche, è il cambiamento delle loro modalità di reazione, in particolare della Fed. L’obiettivo di massima occupazione della Fed è ora generalizzato e inclusivo e ciò determina un atteggiamento molto accomodante. La Fed cercherà di assicurare che tutti i gruppi di minoranza possano beneficiare di questa ripresa, il che probabilmente richiederà un superamento degli obiettivi di occupazione aggregati. Il nuovo target di inflazione media della Fed suggerisce anche un approccio più paziente all’inasprimento, sarà quindi a suo agio con un’inflazione superiore al 2% per un lungo periodo di tempo, considerato che è stata sotto il 2% per molto tempo. Questo è molto diverso da quanto osservato sotto il mandato di Janet Yellen durante ili quale si cercava di irrigidire la politica monetaria ai primi segnali di incremento delle pressioni inflazionistiche.

McGrath Bernard Union Bancaire Privée UBP

L’orientamento accomodante della BCE si è già visto nel corso dell’ultima riunione, quando a causa di un’inflazione più bassa, di un minore sostegno fiscale e di una campagna vaccinale più lenta rispetto agli Stati Uniti, il Consiglio direttivo ha adottato un approccio molto più sensibile a qualsiasi rischio di inasprimento delle condizioni finanziarie. Di conseguenza, è stato annunciato un aumento del ritmo di acquisto del QE attraverso il PEPP per il prossimo trimestre, nel tentativo di gestire i rendimenti a lungo termine.

Dal punto di vista fiscale, la risposta alla pandemia è stata impressionante, con i pacchetti di stimolo del 2020 che ammontano a oltre il 5% del PIL globale. Sebbene queste misure abbiano fornito un cuscinetto veramente utile per i redditi, crediamo che questo sostegno continuerà, anche quando il mercato del lavoro si riprenderà. Per esempio, negli Stati Uniti, il Segretario al Tesoro Yellen ha chiarito che con i tassi di interesse vicini ai minimi storici, ora è il momento di “grandi azioni” sul fronte della politica fiscale, cosa che la nuova amministrazione ha già fatto, approvando di recente un primo pacchetto fiscale che vale un massiccio 9% del PIL e ora si attendono i dettagli della prossima legge sulle infrastrutture. Anche nell’UE, le differenze regionali sono state messe da parte per favorire uno sforzo comune sul recovery fund.

In termini di mercati, ci aspettiamo che gli spread del credito rimangano ai livelli attuali o che tendano a diminuire. In particolare, le asset class a più alto rendimento, come l’high yield globale e gli AT1, potrebbero vedere gli spread tornare ai loro minimi pre-pandemia. È probabile che i tassi d’interesse continuino a salire man mano che le economie continueranno a riprendersi e la domanda di titoli di Stato come safe asset diminuirà, il che nel contesto attuale ci porta a preferire esposizioni ai tassi d’interesse più brevi.

Fonte: BONDWorld.it


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